Il Governo si appresta a varare il tanto atteso decreto attuativo del piano Transizione 5.0. La bozza di testo del Ministero del made in Italy è infatti al vaglio del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef). La bozza di documento – finanziato con 6,3 miliardi di euro dal Pnrr – si compone di 23 articoli e 3 allegati.


Qui potete scaricare il testo integrale della bozza, ma per chi si vuole fare un’idea di come funzioneranno in pratica le agevolazioni, abbiamo sintetizzato i punti chiave.Se siete interessati alla misurazione, al controllo e all’efficientamento dell’assorbimento dell’energia nei vostri impianti industriali, potete anche chiederci direttamente una consulenza,

Scarica il decreto (PDF 1,3 Mb)

Ma andiamo per ordine e vediamo chi sono i beneficiari del decreto, finalmente definiti in modo chiaro: il comma 2 chiarisce che possono accedere al credito d’imposta previsto dal decreto Transizione 5.0 tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Ciò è valido indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico, dimensione e regime fiscale, purché tra il 2024 e il 2025 effettuino nuovi investimenti in strutture produttive situate in Italia, con progetti di innovazione che riducano i consumi energetici. Sono escluse le aziende sotto il Codice della crisi d’impresa.

Le agevolazioni di Transizione 5.0 in sostanza sono un potenziamento delle precedenti, quelle di Industria 4.0: si applicano a investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa (per cui continuano a far fede gli allegati di Industria 4.0, gli A e B della legge 11 dicembre 2016, n. 232). Il comma 4 specifica che il beneficio è riconosciuto se tali beni consentono una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva almeno del 3% o dei processi interessati almeno del 5%. Il decreto estende l’elenco dei beni immateriali (Allegato B) includendo software per il monitoraggio energetico e gestionali aziendali.

E qui, fossi in voi darei un’occhiata a cosa fa Keypai, la piattaforma in cloud per il monitoraggio e la business intelligence basati sull’Intelligenza Artificiale che è disponibile in abbonamento, un vero e proprio fiore all’occhiello della produzione di MGA Automation.

Le aliquote del credito d’imposta variano in base alla riduzione dei consumi energetici e all’importo degli investimenti, con percentuali che vanno dal 5% al 45% per investimenti in strutture produttive e processi, con tabelle dettagliate nel decreto.

Le imprese devono presentare telematicamente la documentazione al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che verificherà la completezza e trasmetterà l’elenco delle imprese ammissibili al Mimit. L’azienda deve comunicare periodicamente l’avanzamento dell’investimento.

Ad ogni modo la pubblicazione dei decreti attuativi è prevista per la prima settimana di giugno.

Uno degli elementi centrali delle regole per l’accesso ai fondi è l’analisi ex-ante ed ex-post dei consumi energetici, per questo gli analizzatori di rete di SENECA, di cui MGA Automation è distributore e integratore, sono da un lato tra ciò che potrà entrare nel credito d’imposta e dall’altro, uno strumento significativo per far rientrare altri investimenti tra quelli eleggibili per la legge del 29 aprile 2024. La nuova gamma di analizzatori di SENECA diventa nella progettazione di MGA Automation un tassello fondamentale per la corretta gestione energetica delle linee produttive, insieme a sensori di qualità e al sistema di gestione dei dati in cloud Keypai. Si tratta infatti di strumenti avanzati per la gestione dell’energia. Questi analizzatori di rete sono progettati per fornire un’analisi dettagliata del consumo energetico in tempo reale: efficienza energetica e riduzione dei costi operativi è a portata di mano. La compatibilità con i protocolli Modbus RTU, Modbus TCP, Ethernet IP e Profinet, li rende versatili per una vasta gamma di applicazioni industriali.

Le certificazioni ex ante ed ex post della riduzione dei consumi energetici devono essere rilasciate da un valutatore indipendente, secondo criteri stabiliti da un decreto ministeriale. Ma la buona notizia è che le spese di certificazione per le PMI sono riconosciute come credito d’imposta fino a 10.000 euro.

Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione tramite modello F24 entro il 31 dicembre 2025, con possibilità di compensazione nei cinque anni successivi in caso di eccedenze.

Il credito d’imposta 5.0 non è cumulabile con quello di Industria 4.0/Transizione 4.0 o con benefici della ZES unica, ma è cumulabile con altre agevolazioni.

In sintesi, il Decreto-legge 19/2024 presenta importanti novità e opportunità per le imprese che investono in innovazione e sostenibilità, ma richiede attenzione alle procedure e certificazioni necessarie per ottenere i benefici fiscali previsti.

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